353 Servizio Neuropsichiatrico

Tipologia Fascicolo
Data cronica
1915 novembre 16 - 1918 ottobre 7
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Tipologia

Fascicolo

Contenuto

Il fascicolo contiene i resoconti delle diverse armate (in particolare I, III, IV e VI) relativi al Sistema neuropsichiatrico di guerra. All’interno sono raccolti documenti di grande rilevanza storica per comprendere a fondo l’operato degli psichiatri militari sul fronte, in particolare del lavoro svolto dai consulenti della III Armata Angelo Alberti e della IV Giacomo Pighini.
Fra le carte troviamo: un documento dattiloscritto e non firmato relativo alle “Forme per la cura dei feriti del sistema nervoso” nel quale si parla anche delle tecniche chirurgiche specialistiche come ad esempio la “trapanazione precoce del cranio” per la cura di psiconevrosi a carattere commotivo. Seguono poi i documenti relativi alla III Armata con un dattiloscritto firmato dal collaboratore di Angelo Alberti il capitano Umberto Neyroz (1877-1927)* nel quale vengono illustrati i metodi di cura adottati presso il centro d’Intendenza. Neyroz illustra come si sia rivelata efficace l’idea di tenere i pazienti a letto per poterli controllare e per farli riposare. Parla dell’utilizzo di medicinali come nervini, bromici e ipnotici. Spiega inoltre che si sia anche dovuto ricorrere con successo all’alimentazione forzata con sonda esofagea, ma si sia sempre cercato di limitare quanto più possibile l’utilizzo di strumenti di contenimento. Notifica l’esistenza di casi di simulazione e della presenza di “esageratori”.
Compare inoltre una lettera del consulente Angelo Alberti del 16 novembre 1916 indirizzata alla Direzione di sanità nella quale Alberti si lamenta del crescente e pericoloso afflusso di criminali presso il suo reparto di San Giorgio di Nogaro, chiedendo di limitare quanto più possibile l’invio di carcerati per evitare un ulteriore aggravamento della situazione.
Nel resoconto manoscritto consegnato dalla I Armata si illustra nel dettagli il lavoro svolto con i simulatori e l’estensore dichiara come i casi più “accertati, tenaci, decisi” siano stati relativamente pochi: cinque nel mese di maggio 1918, quattro a giugno.
Di notevole importanza risulta la “Relazione trimestrale sul servizio neuropsichiatrico” della III armata, relativa al secondo trimestre 1917 (che precede dunque di poco la disfatta di Caporetto) firmata da Angelo Alberti. All’interno del documento è presente un’ampia e dettagliata descrizione degli ambienti del reparto di San Giorgio di Nogaro. Compaiono quattro fotografie delle sale di San Giorgio di Nogaro e numerosi diagrammi. In questo documento Alberti dichiara esplicitamente che presso il suo reparto stavano giungendo sempre più soldati, numerosi ufficiali ben addestrati alla guerra e che dunque era evidente la presenza di soggetti “immuni” da tara ereditaria.
I documenti successivi riguardano la IV armata e molto spesso recano la firma di Giacomo Pighini, il quale illustra il lavoro svolto a Belluno (ospedale di tappa) e ad Asolo (ospedale da campo 067) che divenne ospedale specializzato per le “forme puramente nervose” dal 1916 a seguito di un esponenziale aumento del numero dei casi e di una sintomatologia sempre più ampia. Sito in luogo “saluberrimo” nella “villa degli Armeni” dispone di 35 letti per i soldati e 25 per gli ufficiali.
Illustra inoltre il lavoro svolto presso l’ospedale da campo 081 di Calalzo e lo 065 di Tai entrambi in Cadore. Il consulente dichiara come i simulatori veri e propri siano tanti e vengano spesso rimandati al corpo di appartenenza con dichiarazione al comandante. Le forme di nevrosi più simulate sono il mutismo, il sordomutismo, la pazzia e l’epilessia. Il tempo di degenza medio invece per i pazienti affetti da forme nervose, isteriche e transitorie, dunque guaribili, oscilla tra i 30 e i 40 giorni. Viene allegato grafico che mostra un aumento dei casi da quarantuno nel mese di gennaio 1916 a centosettantré (173) nel mese di agosto 1916. È presente una fotografia che illustra il reparto di Belluno.
Di rilievo risultano anche i documenti che descrivono l’istituzione di un “villaggetto psichiatrico” nelle vicinanze dell’Ospedaletto di Tai di Cadore diretto da Francesco Benedettini. Costituito da tre padiglioni “tipo Lazzaris uno dei quali adibito a sala di convegno, di lettura e di istruzione, una tenda di medicazione che serve per esami e prove elettriche con macchinette SPAMER, una cappelletta, una latrina stile moderno”. Le baracche dove dormono i pazienti e dove alloggiano anche gli infermieri sono separate da: “zolle erbose percorse da sentieri e da aiuole fiorite, rallegrate da una fontanella con getto d’acqua centrale, da una fontana di acqua potabile, da un giuoco da bocce, da sedili rustici all’ombra delle piante: il tutto recintato da filo di ferro spinato. All’ingresso è il barbiere, il bagno comune, il bagno e il barbiere per spidocchiamento, la cucina”. Sono presenti inoltre due fotografie.

Note 
* L'archivio personale di Umberto Neyroz oggi conservato presso gli eredi a Bologna è stato interamente digitalizzato ed è consultabile sul portale dell'ASPI - Archivio storico della psicologia italiana dell'Università degli studi Milano-Bicocca a questo indirizzo: https://www.aspi.unimib.it/collections/object/detail/67/


 

Consistenza rilevata

Quantità
108
Tipologia
carta/e

Inventario